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Il Faraone è risorto, quale futuro per lui?

Non è facile dire in modo esauriente che aria si respiri in questi giorni a Trigoria.
Si può dire, riassumendo, che molto o quasi tutto è stato messo in discussione da quando De Rossi è stato salutato: ordinaria amministrazione, visto che la stessa incertezza dei tifosi manifestanti in zona Eur non può che essere la medesima (se non amplificata) dei giocatori che l’hanno avuto al suo fianco fin ora.
Insomma, l’ultima goccia di ingratitudine ha fatto traboccare il vaso dell’incertezza della Roma e quindi anche di Stephan El Shaarawy, a cui probabilmente nessuno dei tifosi ora vorrebbe dire addio.

El Shaarawy e gli altri punti fermi

Il sacco di Roma, che stavolta potrebbe concretizzarsi non per mano dei barbari, ma dell’incertezza di un americano è un’ipotesi da non rigettare.
Certo è che la situazione di ordinaria follia che questa crisi ha prodotto sta sfinendo i tifosi giallorossi, che vorrebbero probabilmente sentir parlare ora come non mai di certezze, quelle da cui si deve ri-partire per risuscitare una squadra, partendo, appunto, dai suoi punti fermi: Zaniolo, Manolas, Pellegrini, Kolarov, Under, Dzeko sono i nomi più acclamati, o meglio, meno contestati.
Ovviamente rientra in questa élite anche El Shaarawy, autore di una stagione assolutamente distinta, coi suoi 11 gol, conditi da 5 assist e da prestazioni assolutamente pragmatiche che hanno prodotto luce nella lunga nottata romanista.

Quanto vale ora il Faraone?

Non a caso la sua valutazione raggiunge i livelli del 2013, anno dell’apogeo del Faraone. Lo dicono siti come Transfermarkt, il cui calcolo sul valore attuale (quello reale, avulso dalle pazze valutazioni del mercato) dell’ala giallorossa ammonta a 26 milioni di euro, appena sotto i 27 che El Shaarawy raggiungeva sei sessioni estive fa, quando era al Milan. Poi il lungo periodo di entrate e uscite dai sarcofagi delle panchine del principato di Monaco e di Roma.

I club interessati in caso di mancato rinnovo

Il Faraone ora sembra essere tornato alla luce, lo testimonia l’interesse di diverse squadre che guardano con attenzione alla sua volontà di non rinnovare il contratto con la Roma, in scadenza nel 2020. Questo a meno che non si assecondi la sua condizione (non l’unica) di essere trattato come il calciatore Top che ha dimostrato di essere nell’anno corrente grazie a una revisione del suo stipendio, che dovrebbe lievitare da 2,5 a 4 milioni.
Se davvero El Shaarawy vuole una considerazione superiore e più certezze non è escluso che possa trovarne in altri club, cosa che al momento non è affatto difficile se, come termine di paragone, si prende la società romanista.
Alla finestra, Napoli e Inter potrebbero essere due soluzioni ideali, sia economicamente, sia dal punto di vista della stima.
Aurelio De Laurentiis aveva già provato ad avviare i contatti con la Roma due estati fa e non è un mistero che un’ala di quel calibro sarebbe molto utile ai partenopei, a prescindere dalle partenze nello stesso ruolo.
Al patron del Napoli la richiesta di ingaggiarlo era stata fatta da Maurizio Sarri: impossibile non pensare che il toscano non possa finalmente essere accontentato accasandosi alla Juventus.

Quanto conta il valzer degli allenatori?

Se però Sarri in bianconero è ancora soltanto un’ipotesi allo stato protozoico, non si può dire lo stesso di Gasperini alla Roma, situazione che porterebbe a un’altra pazza idea di cui pure si parla molto in queste ore: Mattia Perin che ritrova Gasperini in giallorosso e il Faraone che si stabilisce sotto la Mole.
Non sarebbe male per la Roma, che pur perdendo una certezza in avanti ritroverebbe quella sicurezza di cui si ha tanto bisogno tra i pali, non sarebbe male per El Shaarawy, il quale potrebbe avere spazio nell’attacco bianconero in caso di ripartite eccellenti nello stesso reparto, ma questa è un’altra storia.

Alessio De Paolis

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