Galeotto fu il “Salva-Roma“, quel provvedimento del Decreto Crescita che mise d’accordo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento 5 Stelle contro la Lega. E il PD?
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato pochi giorni fa che manca poco alla pubblicazione del Decreto Crescita sulla Gazzetta Ufficiale. Un “passaggio formale”, quindi, che denoterebbe che i numeri in consiglio dei Ministri siano già sufficienti a far passare il decreto. Ma come si sono schierati i vari partiti rispetto al tanto discusso Salva-Roma?
Saranno le europee, sarà Virginia Raggi, saranno i toponi? Alla luce delle dichiarazioni del Vicepremier, è possibile che la Lega decida di astenersi dal votare il provvedimento. “O tutti o nessuno”, è la posizione assunta dal partito: “Non esistono comuni di serie A e serie B – sottolinea Matteo Salvini – non c’entra nulla il colore politico di un comune o la simpatia che io posso avere o non avere per la Raggi. Il tema è l’equità. Perché bisognerebbe favorire Roma? Se è per un comune, non si vota. Se si aiutano tutti, votiamo”.
Nessuno lo chiami Salva-Roma. Se proprio deve salvare qualcosa, per il Movmento 5 Stelle il provvedimento è allora un Salva-Italia. Una misura fortemente voluta dai pentastellati che, secondo il Leader del partito Luigi Di Maio, Matteo Salvini non ha ben “compreso”. “Spiegherò io stesso tutto a Salvini – dichiara – e sono sicuro che troveremo una soluzione”. Intanto quella che circola è ancora una bozza del testo.
Contro la reazione di chiusura da parte della Lega si posiziona anche Forza Italia. Sulla vicenda si è espresso il Presidente uscente della Commissione Europea, Antonio Tajani, per il quale “non è possibile che la Capitale d’Italia venga amministrata con gli stessi poteri di qualsiasi altro Comune. Salvini è contrario – continua – ma a mio avviso non si possono strangolare i romani per fare un dispetto alla sindaca Raggi o regolare i conti all’interno della maggioranza di governo. Il dibattito tutto elettorale sul Salva-Roma è assurdo. Far pagare ai romani i problemi all’interno della maggioranza gialloverde è da irresponsabili”.
Fermo restando il fatto che i termini del decreto a loro non siano ben chiari, Fratelli D’Italia sembra miracolosamente sostenere la battaglia Movimento 5 Stelle (o quasi). “Aspetto di leggere le norme – dichiara Giorgia Meloni – se si tratta, come affermano fonti governative, di spostare la gestione del debito della Capitale dal Governo al Comune, davvero non capisco come si faccia a votare contro. Il governo trovi altro su cui litigare piuttosto che farsi delle ripicche sulla pelle dei romani. La Raggi è un Sindaco incapace, ma non c’entra niente con i bisogni di Roma”.
Nessun cenno dai vertici del PD, solo Tweet o dichiarazioni voltanti da parte di qualche parlamentare. Per il deputato Roberto Morassut sarebbe tutto “uno scontro tra il populismo del Movimento Cinque Stelle e quello della Lega, che usano Roma come merce di propaganda elettorale”. Il renziano Luciano Nobili invece Twitta: “E’ così complicato capire (…) che il M5S parla di un inesistente Salva-Roma per non parlare di come l’hanno ridotta Roma?”
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