Sedici. I punti di vantaggio in classifica e il numero che significa la fortuna. Questo il riassunto della vittoria della Juventus, il Napoli sbatte due volte contro il palo, una anche su rigore, butta via il pareggio ma butta via la partita nel momento in cui Ancelotti, espulso Meret, richiama Milik dunque togliendo alla squdra l’uomo più pericoloso in area e il più micidiale sui calci di punizione. Il primo tempo del Napoli è in default, lento, impacciato e impaurito, permettendo alla Juventus due gol e la serenità necessaria. Poi, nella ripresa, il film è stato diverso, la Juventus ha perso Pjanic per doppio giallo e si è messa paura, sbandando in ogni dove, arretrando sulla propria terza linea, sbagliando l’uscita su qualunque pallone e consentendo al Napoli di crescere e di far circolare il gioco, così creando confusione nella retroguardia bianconera.
Cristiano Ronaldo si è intossicato nell’abulia dei suoi colleghi, rivolgendosi alla panchina ma non trovando ascolto dalla coppia che parla ma non vede e non capisce che questa squadra ha un potenziale diverso da quello che potrebbe esprimere. La Juventus di Champions non può essere quella di Napoli e non per la qualità dell’avversario ma per i propri limiti caratteriali. La rinuncia a Dybala è una bestemmia al calcio. Il Napoli rifletta sul proprio futuro, ci rifletta De Laurentiis invece di occuparsi di case e casi altrui.
Tony Damascelli
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