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Attualità

Castrazione chimica si o no? Ecco i paesi che l’hanno introdotta

“Per i vermi violentatori di Catania, che hanno stuprato una turista, nessuno sconto: certezza della pena e castrazione chimica!”: questa la linea dura adottata dal ministro Salvini, in riferimento al drammatico e agghiacciante caso di cronaca che ha visto una diciannovenne americana vittima di uno stupro di gruppo a Catania, una presa di posizione che trova riscontro nelle dichiarazioni delle ultime ore, rilasciate
a “Il Messaggero” dal ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, la quale, entrando nel merito della questione, ha specificato che “abbiamo presentato alla Camera un emendamento per inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena a un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido“.

E, mentre i due schieramenti politici del governo giallo-verde si adoperano per approvare misure legislative più severe per la violenza sessuale di gruppo (il M5S ha ribadito su Instagram che episodi come quello di Catania non “devono più accadere” e il loro pacchetto anti-violenza, presentato alla Camera, prevede “fino a 14 anni di carcere” per i violentatori), in alcuni paesi europei e del mondo l’applicazione della castrazione chimica, provvedimento preventivo e solitamente non definitivo, provocato da farmaci a base di ormoni che inibiscono la libido e l’attività sessuale, è già prevista in alcuni paesi europei e del mondo.

In Polonia, ad esempio, è in vigore, dal 2009, una legge che consente la castrazione chimica dei pedofili che hanno abusato di minori sotto i 15 anni, mentre in Russia è applicata su coloro che vengono riconosciuti colpevoli di abusi su minori, di età inferiore sotto i 14 anni. Stessa sorte per gli stupratori in Moldavia, Estonia e Macedonia, dove la castrazione chimica è obbligatoria per i pedofili.

Prevista anche in Francia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio e in Svezia, dove ne viene fatto un uso limitato e subordinato al consenso del condannato. In particolare, la Danimarca, Germania e la Norvegia autorizzano la castrazione chimica se si può dimostrare che il soggetto potrebbe essere costretto a commettere crimini sessuali a causa di istinti sessuali incontrollabili. Nel Regno Unito è in corso un programma pilota diretto ai detenuti per pedofilia.

In California, invece, negli Usa dove è adottata, la castrazione chimica può essere applicata obbligatoriamente per chi si è macchiato del reato di violenza sessuale per la prima volta, così come in Oklahoma, nel caso in cui emergano circostanze aggravanti.

Effettiva anche in Corea del Sud, dove il giudice ricorre alla castrazione chimica e può obbligare l’imputato a subirla se ha compiuto abusi sessuali su chi ha meno di 16 anni.

Veronica Bisconti

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