L’ex bomber azzurro Gigi Riva, dopo un anno di silenzio a causa di problemi di salute, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport: «Sì, sto meglio dopo un po’ di affaticamento. Ma d’altronde, non sono più un ragazzino».
Impossibile non parlare del suo Cagliari e del talento più forte della squadra: «Barella è nato nella scuola calcio che porta il mio nome. Fin da bambino mostrava qualità e tecnica superiori alla media. Sì, aveva anche furbizia e voglia di emergere. Voleva sempre vincere e non tollerava che potesse perdere un contrasto o sbagliare un passaggio. Ricordo di averlo seguito, anche di nascosto, da bordo campo. Mi aveva colpito anche per come calciava. Adesso è pronto per volare».
Dove può giocare? Riva non ha dubbi «Ovunque. In Inghilterra ne esalterebbero la corsa e la rapidità nel leggere e ribaltare le situazioni. Ma anche qui da noi può completare al meglio la maturazione. Poi le nuove sfide e i grandi campioni aiutano a crescere, qualsiasi maglia indossino».
Anche il c.t. Mancini gli dà fiducia: «Roberto è stato un grande talento da giocatore, una qualità che ha poi portato in panchina. Nei club in cui ha lavorato, piazze importanti e con forti pressioni, ha avuto intelligenza e coraggio nel lanciare i giovani. Ho visto nelle sue convocazioni un piglio diverso, quello di chi vuole costruire il futuro, non si accontenta e sa di doversi prendere qualche rischio».
Tanti giovani italiani in rampa di lancio, non solo Barella: «Sì, oltre a Nicolò penso anche a Zaniolo, Chiesa, Tonali e gli altri chiamati di recente. Mancini sta lavorando con scrupolo. Sta aprendo un ciclo dopo la mancata qualificazione al Mondiale dell’anno scorso. Ma si deve avere pazienza. Per costruire una nazionale competitiva serve tempo. E, soprattutto, non facciamo accostamenti inutili».
Conclude parlando del suo primato di gol con l’Italia: «Prima o poi ci sarà qualcuno che lo butterà giù».
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