La Juve in undici soffre e si offre all’Atalanta; la Juve in dieci, ma con Pjanic e soprattutto Ronaldo (dunque in dodici), piace, ritorna Juve e cancella la possibile sconfitta.
A Bergamo dunque due partite in una.
Cominciamo dalla prima. E dai nei: 1) gioca e attacca solo a sinistra; 2) squadra teoricamente fisica ma incapace di opporsi alla fisicità esplosiva di Zapata; 3) centrocampisti a corrente alternata e siamo buoni; 4) poche conclusioni in attivo; 5) soltanto Chiellini al suo consueto livello. E squadra sotto e in dieci.
Partita chiusa? Errore. Perchè entra in campo l’altra Juve. E questa sì che è una bella squadra. Pjanic offre calcio razionale, Cristiano sarebbe capace di trasformare in oro anche un ferro di cavallo. Nessuno, tantomeno l’Atalanta, si è reso conto che la Juve aveva un giocatore in meno. Un po’ come successe a Valencia e in quella occasione il calciatore fuori era addirittura Cristiano.
Conclusioni? La Juve, anche in una giornata così, dimostra di essere la più forte e non perdere in queste condizioni, e contro una squadra forte come l’Atalanta, porta ulteriore acqua al suo mulino. Il tutto non basta a rasserenare Allegri, arrabbiatissimo durante e dopo. Riferimento a ciò che dicono altri presidenti, che mettono le mani avanti e così facendo possono condizionare gli arbitri. E ha ragione. È, del resto, l’Italia calcistica.
Roberto Renga
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