Il calcio non inventa nulla. Semmai sono i calciatori a inventarlo, continuamente. Da sempre. Ancelotti capisce che Mertens è un uomo troppo importante per questo Napoli, al di là dei meriti e dei chili di Milik. Il belga sistema tre volte il risultato con i gol del suo repertorio, non credo che Ancelotti lo voglia di nuovo spostare in panchina, come ha fatto contro la Roma, pagando per la scelta.
L’Empoli ha appena provato a riequilibrare la partita, dopo essere passato due volte in svantaggio e il Napoli ha dato strani e imprevedibili segnali di smarrimento. Il gol di Caputo ha portato Ancelotti a cambiare un paio di figure, l’ingresso di Callejon al posto di Fabian Ruiz e di Allan per Rog ha ridato ossigeno e linearità al gioco, poi il coniglio estratto dal cilindro da mago Mertens ha permesso al Napoli di non pensare al peggio e di vivere di rendita, pur con qualche pericolosa distrazione in terza linea. Questo è il gioco del football, al di là delle nostre chiacchiere e delle alchimie tattiche, sono i calciatori, quelli che hanno talento e forza, a rimediare a lacune ed errori.
L’ultima esibizione napoletana contro la Roma aveva denunciato proprio la latitanza di Insigne e soci al tiro giusto, compreso Milik, contro l’Empoli invece mira perfetta sorretta dalla genialità e dall’ispirazione. Una sola nota mortificante: lo stadio San Paolo semideserto, un impianto vecchio e brutto, l’ìmmagine di un municipio che arruffa il popolo e lo tradisce al tempo stesso, negandogli la dignità e il decoro di un grande stadio per una grande squadra. Il Napoli ha vinto e continua a molestare la Juventus, stasera a tre punti di distacco, in attesa della partita dei campioni contro il Cagliari.
Tony Damascelli
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