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Allegri non è Beethoven, sbaglia la nona

Non dovete credere ai docenti del football. Perde la Roma e pareggia la Juventus. Ad Allegri non riesce la nona, aveva sentito odore di bruciato e così è stato. Poca Juventus, noiosa e annoiata, un golletto di Ronaldo e basta, giochini e mai gioco vero, errori tecnici e di concentrazione, il pareggio del Genoa trova uno sciagurato Bonucci fermo come una statua alla memoria di se stesso. Giusto il punto conquistato dalla squadra ligure che si è difesa come si deve e si faceva un tempo.

La Juventus si ferma alla vigilia di Manchester, frenata maligna, la squadra non sa uccidere il risultato, aspetta che ci pensi Ronaldo e tenta azioni episodiche. Meglio così per il campionato e per chi pensa di vivere di rendita.

Le pagelle dei bianconeri:
Scezny 6,5 Una parata su Pjatek e non altro se non il gol senza colpe.
Cancelo 6 Approfitta troppo del proprio talento, fa il “venezia”, gioca con lo specchio, il gol di Ronaldo nasce da un suo tentativo
ma per il resto molto fumo.
Benatia 6 Se la cava, ricorre al mestiere.

Bonucci 4 Errore parrocchiale sul pari del Genoa. Guarda, osserva, scruta e Bessa lo fa fesso. Non ditemi dei suoi lanci, roba da
oratorio.
Alex Sandro 5 Un brasiliano triste.
Cuadrado 5 Pepe senza sale.
Bentancur 5 Un diesel non andrà mai a benzina verde.
Pjanic 5 Ordinario, senza luce.
Matuidi 6 Energico ma Allegri lo toglie sul più bello.
Mandzukic 4 Si è dimenticato di fare il centravanti. Inutile.
Cristiano 6 Gol e altre cose ma nella ripresa è un turista.
Bernardeschi s.v.
Douglas Costa 4 Sbaglia tutto ma davvero tutto.
Dybala 4 Idem come sopra, fragile e debole.

Allegri 5 Pensa al Manchester e cambia la squadra base. Nella ripresa capisce che non c’è trippa per gatti ma non ci sono nemmeno i gatti. I cambi si dimostrano fallimentari. Post scriptum: quando vedo gli allenatori e i loro assistenti, esempio Landucci e Allegri ma anche Juric e il suo sodale, spigare a dieci minuti dalla fine, con tablet e affini, al subentrato come e dove andare a mettersi mi conferma che il football non è più un gioco ma una masturbazione mentale. Postpost scriptum: Bessa ha dedicato il gol alla madre che sei anni fa ha sconfitto il cancro e ieri era la giornata dedicata alla lotta contro questo male oscuro che non si ferma. Grazie Bessa, una boccata di aria pura e fresca nel gas tossico del calcio.

Tony Damascelli

Tony Damascelli

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