Molte persone mi chiedono dell’Economia Umanistica, ecco allora qualcosa che ho scritto:

“Stiamo vivendo un’epoca sciocca nella quale le regole sono scritte da persone che pensano di essere intelligenti. In materia economica è ritenuto normale da decenni fare soffrire la gente. Per esempio osservando i risultato palesi dell’introduzione dell’euro nel mio paese, nel convincimento indimostrabile che se non avessimo fatto così sarebbe stato peggio.

Così si procede per divieti, a far questo e quello, come per esempio indebitare oltre certi parametri privi di qualsiasi fondamento scientifico lo Stato, facendo così però indebitare il sistema privato, famiglie e imprese.

Tali divieti non hanno più nulla di etico, anzi si vieta il dibattito morale in nome del tecnicismo economico.

Paolo VI nel 1967 scriveva che l’etica è un invito a compiere il bene, prima che un divieto a compiere il male. Vent’anni dopo Giovanni Paolo II aggiungeva che non può ridursi a problema tecnico ciò che tocca la dignità dell’uomo e dei popoli.

Siamo oggi circondati da una fede cieca nella scienza almeno in materia economica e ciò ci porta a un mondo governato da sciocchi. Si realizza cioè il problema di Lucrezio: per lui lo sciocco era colui che vedeva la montagna più alta del mondo pari a quella più alta da lui osservata. Questo metodo scientifico già noto agli egizi che usavano misurare per prevedere gli scenari peggiori con gli scribi il livello delle piene del Nilo, è quello che ha portato sempre nella Storia ai disastri.

Nell’epoca del post coronavirus ci sono ancora in economia persone che consigliano i governi del mondo con questa ottica di osservazione, quella del passato, così non riescono a prevedere il disastro sociale che sta per abbattersi nel XXI secolo sulle teste dei più deboli.

Gesù non avrebbe ascoltato i pareri di questi esperti per difendere gli ultimi. Basta osservare ciò che sta succedendo nel continente europeo e nel mio paese in particolare, nello sfruttamento economico degli ultimi, dei più deboli, che per ragioni di ingiuste leggi fiscali asimmetriche rispetto al lavoro dipendente sono oggi i lavoratori autonomi, liberi professionisti, gli stagionali, i lavoratori precari e le categorie di chi non ha lavoro a tempo indeterminato o potrebbe perderlo e non ritrovarlo”.

MalvezziQuotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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